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sabato 21 dicembre 2019

Il Codice Segreto di Leonardo Da Vinci


Il Codice Segreto di Leonardo Da Vinci



Leonardo Da Vinci in molte Sue opere ha lasciato diversi messaggi criptati, più o meno comprensibili, ma quello in cui ha trasmesso il messaggio più segreto ed inaccessìbile  è sicuramente il Disegno, più conosciuto e riprodotto al mondo nelle più disparate versioni, > " l'Homo Vitruviano" < in cui "il Maestro" indica"la chiave segreta" per comprendere "la chiave massonica per la quadratura del cerchio".

Il Codice Segreto di Leonardo Da Vinci


UOMO GEOMETRICO

L'uomo è geometria. Il busto entra quattro volte nell'altezza, la testa otto, il volto dieci.
Nel famoso Disegno di Venezia Leonardo lo inscrive nel cerchio e nel quadrato (forme di perfetta simmetria), conferendogli movimento, in un gioco di mutazione ed equivalenza.


Siamo nell'ambito della ricerca antropometrica sui rapporti armonici e proporzionali derivata da Vitruvio, una concezione che influenza l'architettura fino alla progettazione di chiese a pianta centrale, combinazione e trasmutazione di cerchi e quadrati.
Questa simmetria, presente in natura, l’uomo l’ha spesso trasmessa alle proprie creazioni, a cominciare da quelle architettoniche: le Piramidi di Giza, il Partenone ,il Colosseo,  la Domus aurea, Castel del Monte, la Chiesa cistercense di San Galgano, Villa Almerico detta “la Rotonda”, Piazza San Pietro, il Taj Mahal, la torre Eiffel, il Pentagono, le cupole di Buckminster Fuller.


Il Codice Segreto di Leonardo Da Vinci



La proporzione aurea fu molto utilizzata dagli Egizi e poi da tutte le culture del bacino del Mediterraneo. Gli astrologi di Corte , attraverso lo studio delle stelle ed in particolare della Costellazione di  Orione avevano compreso come la "spirale aurea" fosse la chiave e la matrice della vita sulla terra e in tutto il creato.


LA SCALA DELLE RADICI DEI NUMERI                                                 RETTANGOLO EGIZIO CONSTELLAZIONE DI ORIONE
ed il  RETTANGOLO  impostati sulla "Costellazione di Orione " che forma una > Piramide <

COSTELLAZIONE DI ORIONE

Il Codice Segreto di Leonardo Da Vinci


Che ha in > Sirio < la stella più luminosa e sacra per gli Egizi




Il Codice Segreto di Leonardo Da Vinci


Questo rapporto armonico è rappresentato dalla spirale logaritmica, detta anche "spirale aurea", attraverso la quale lo sviluppo armonico della forma è legato alla necessità degli esseri viventi di crescere "secondo natura" in maniera ottimale e meno dispendiosa possibile.

Il Codice Segreto di Leonardo Da Vinci


Potete cominciare da qualsiasi punto e generare
> l'intero linguaggio della creazione <



Studi sui centri di gravità che portano Leonardo a conclusioni innovative riferite all'uomo e trasferite alla meccanica dei fluidi e a tutta la natura. Egli in questa enigmatica figura ci indica che l’Uomo ha le stesse misure aure che regolano l’Universo, a cui è unito in un rapporto armonico, proporzionato e indissolubile tra le parti di un insieme, secondo la visione ermetica egizia, greca e romana, con successivo recupero medievale.

Il Codice Segreto di Leonardo Da Vinci


L'esoterismo arabo, che influenzò durante le crociate i Templari, Federico II di Svevia, Frate Elia e San Francesco nel loro viaggio in Egitto ed in Palestina e lo stesso Celestino V, ebbe sicuramente altrettanta influenza su Leonardo, che, proprio nel Disegno dell'Uomo vitruviano, sembra esprimere le stessa concezione ermetica - filosofica, mostrandosi convinto che ci sia uno stretto rapporto tra al - Kawnun insanun - kabirun > l’Universo è un Grande Uomo < e wa-l-Kawnun- çaghîr > l’uomo è un piccolo universo < come molti secoli prima gli stessi Egizi



In natura ed in tutti gli esseri animati ed inanimati si incontrano le stesse ed identiche forme archetipe, espressioni in natura di ordine e armonia: rotonde, combacianti, intrecciate, ramificati.



I quadrati si trasformano in triangoli, in rettangoli <> il dodecaedro si scompone in un cubo <> due ottaedri ed un cubo formano un icosaedro, esattamente come aveva indicato molto tempo prima Platone (427-348 a.C.) nel Timeo attraverso i suoi 5 poliedri. Vale la  pena riprendere le Sue  parole...
“Quando Dio prese a ordinare l’Universo, da principio il fuoco e l’acqua e la terra e l’aria …..erano tuttavia in quello stato come conviene che sia ogni cosa dalla quale dio e’ assente, ….Dio le compose nel modo piu’ bello e piu’ buono che potesse, mentre prima non era cosi’, questo da noi sia detto d’ogni cosa per sempre ….. che fuoco e terra e acqua e aria siano corpi e’ chiaro a ognuno …..ora bisogna dire quali siano ... i quattro bellissimi corpi dissimili tra loro, dei quali alcuni sono capaci, dissolvendosi, di generarsi reciprocamente...... e se lo scopriamo abbiamo la verita’ intorno all’origine della terra e del fuoco, e dei corpi che secondo proporzione stanno in mezzo. perche’ non accorderemo a nessuno che vi siano corpi visibili piu’ belli di questi, che formano ciascuno un genere a se’. convien dunque di comporre queste quattro specie di corpi insigni per bellezza e allora diremo d’aver compreso sufficientemente la loro natura”.

Di quali BELLISSIMI CORPI sta parlando PLATONE?
Il Dialogo nel Timeo di Platone contiene la piu’ antica descrizione conosciuta dei 5 solidi regolari

Il Codice Segreto di Leonardo Da Vinci


Solo questi cinque - numero sacro a Pitagora - e nessun altro, con tutte le loro facce formate da poligoni regolari ed angoli uguali possono essere contenuti in " una sfera. "

L'icosaedro può essere iscritto nel dodecaedro, negli incroci della maglia, che si viene così a  formare, si possono posare i vertici dei cinque poliedri platonici.

Nel portico dell'Accademia di Atene, dove Platone impartiva le sue lezioni, si trovava scritto un avvertimento: "Non entri chi non conosca la Geometria."
È possibile che il fascino provocato da questi poliedri nasca dall'inconscio collettivo. Sebbene Platone sia stato il primo a descrivere ufficialmente queste figure, esse già rappresentavano gli arcani delle conoscenze segrete nella scuola pitagorica, dove egli fu iniziato,
 ma la loro origine è ancora più antica.

Il quadrato di questi numeri primi è legato, secondo una lettura ermetica,
 a 7 energie planetarie e precisamente:

1)      3 x  3  <>  Saturno
2)      4 x  4  <>  Giove
3)      5 x  5  <>  Marte
4)      6 x  6  <>  Sole
5)      7 x  7  <>  Venere
6)      8 x  8  <>  Mercurio
7)      9 x  9  <>  Luna

Platone era particolarmente ossessionato dal dodecaedro e dall'icosaedro, per l'ingegnosa distribuzione delle loro facce, ma soprattutto dal dodecaedro, che contiene sia il numero sacro > 5 < che il numero fondamentale  > 12  <.
> Il dodecaedro, secondo il Suo  modo geometrico di intendere il mondo, formava infatti la base della rete di energia sottile del nostro pianeta. Platone ne aveva un tale rispetto che non osava nominarlo direttamente. Riteneva infatti che vi fosse uno stretto rapporto tra il dodecaedro ed il globo terracqueo, tesi condivisa da molti studiosi di ogni epoca.C'è chi sostirne che tutte le sue opere siano legate al numero > 12 < e che le abbia composto, seguendo > un codice segreto <. Ad annunciare la presunta scoperta è Jay Kennedy, filosofo della scienza, matematico e docente all’università di Manchester, che ha raccontato
al quotidiano inglese Guardian i dettagli della sua intuizione.

> L'icosaedro può essere iscritto nel dodecaedro. Negli incroci della maglia, che si viene così a formare, si possono inserire gli altri poliedri platonici,ponendo in essere > Il Poliedro di Metatron < che li contiene tutti e cinque.

Il Codice Segreto di Leonardo Da Vinci



I        I cinque poliedri sono la rappresentazione in chiave geometrica dei quattro principali elementi chimici, che compongono il nostro corpo e rappresentano il 96,5 % del peso di un organismo:

1)      Idrogeno ( H )

2)      Ossigeno ( O )

3)      Carbonio ( C )

4)      Azoto ( N )

La maggior parte degli atomi di ossigeno è combinata a formare molecole di acqua, perché, come sappiamo, organismi e cellule sono fatti per circa il 70% da acqua e la dinamica della vita e la salute emergono da reazioni chimiche ed interazioni fisiche, che si verificano in soluzioni acquose.

I 5 poliedri, uniti nel poliedro di Metatron ( figura biblica con chiari risvolti ermetici ed esoterici), ruotano secondo determinati ritmi > esattamente come le varie energie nel nostro corpo.  E’ una chiave di lettura "occidentale", come quella "orientale", che è riuscita ad individuare “Il corpo energetico” ed a descrivere in modo preciso i punti (vedi chakra) ed i canali (vedi meridiani dell’agopuntura), attraverso i quali scorre od è bloccata l’energia e quindi di conseguenza la vita, ma soprattutto la coscienza del corpo con tutte le informazioni, che ristagnano fino ad esaurirsi e sparire a livello conscio.

Il Poliedro di Metatron Non è altro che la rappresentazione simbolica dell’energia che scorre nei nuclei viventi ,metaforicamente rappresentata dai 5 poliedri platonici.

Tutto ciò, rientra in ciò che oggi si definisce Geometria sacra. Essa si basa su due aspetti principali: la creazione di solidi conosciuti come "Solidi Platonici" e la combinazione di figure complesse partendo dalla più semplice e perfetta, il cerchio, come nella Basilica di Collemaggio a L'Aquila, in cui l'energia dei cinque solidi si sviluppa per concentrarsi e formare il Poliedro che li racchiude tutti.



Ogni sistema microcosmico e macrocosmico si esplica nella sua forma più elementare con la sfera.



La natura della Geometria sacra consiste nel fatto
che vi è un'assoluta fluidità, non vi sono interruzioni.



Essa continua a dispiegarsi sino alla creazione di tutto l'Universo.
Ogni singola parte ha legami con il Tutto
Una proporzione fondamentale nella Geometria sacra è,
come viene definita la proporzione aurea


Tale rapporto è stato considerato, sin dalla sua scoperta,
come rappresentazione della legge universale dell'armonia.

Il Codice Segreto di Leonardo Da Vinci


Nelle rappresentazioni scultoree e  pittoriche elemento comune di tutte figure è la misura aurea, come nel celebre quadro di Leonardo “ la Gioconda”,  che nasconde , come tutti i quadri di Leonardo , un codice matematico segreto, sulla base di una remota scienza artematica criptogeometrizzante, da tempo dimenticata e ormai incomprensibile, secondo la tesi proposta da  Vasile Droj nel libro “Codice Universale-Sottocodice Leonardo da Vinci “ Ed. Universale. Non è quindi un caso che ogni Sua opera ha un significato ben determinato, contenendo rapporti e proporzioni capaci di trasmettere un messaggio simbolico preciso.

ITALIANO

Il Segreto della Gioconda di Leonardo e la Gioconda di Raffaello - parte prima


Parte Prima

   



Il Segreto della Gioconda di Leonardo e la Gioconda di Raffaello - parte seconda

Parte Seconda

  



La simmetria termine greco che significa "giusta proporzione, equilibrio", raggiunge il massimo della sua significatività in epoche antropocentriche come il Rinascimento, periodo in cui “Il più noto emblema della simmetria umana" è il Disegno di Vitruvio, reso popolare da Leonardo, che raffigura il corpo con le gambe e le braccia divaricate dentro un cerchio e un quadrato,
i cui centri coincidono con l’ombelico.

Questa stretta colleganza di rapporti geometrici tra l’Uomo e l’Universo, tra l’Uno ed il Tutto furono oggetto di un approfondito studio da parte di Leonardo, che mostra soprattutto nella “costruzione” dell’ Uomo Vetruviano le implicazioni e le corrispondenze geometriche  possano diventare un percorso creativo ed iniziatico. Leonardo studia le proporzioni del corpo umano e la sua commensurabilità con le forme geometriche perfette (cerchio e quadrato).

Il Codice Segreto di Leonardo Da Vinci


Si tratta di analisi scientifiche che hanno finalità cosmologiche (corrispondenza tra micro e macrocosmo) e artistiche (rappresentare correttamente la figura umana e progettare architetture basate sulle proporzioni del corpo umano , secondo  l’antico insegnamento del popolo egizio, che conosceva questo fondamentale

> rapporto aureo < e > il Segreto delle Tre Ottave <

Il Codice Segreto di Leonardo Da Vinci


nascosto nel Labirinto di Collemaggio



Un sapere Quantico-Sonoro alla base di tutta la nostra realtà : un Suono proveniente dalla profondità dello spazio identificato da sempre con le 12 Costellazioni Zodiacali. Dodici intervalli di 2160 anni, così importanti per l'uomo, dettati dalla metrica delle
"Tre Ottave"

Secondo gli Egizi la Precessione non era un fenomeno fisico, bensì un fenomeno sonico > era il Suono a influenzare le Ere umane e dal Suono qualcuno, in un momento imprecisato, aveva tratto tutto il suo sapere, condensandolo in un pacchetto vibrazionale pari a

> Tre Ottave <



Leonardo Da Vinci, come si diceva all’inizio di questo capitolo, in molte Sue opere ha lasciato diversi messaggi criptati, più o meno comprensibili, ma quello in cui ha trasmesso il messaggio più segreto ed inaccessibile è sicuramente il Disegno, più conosciuto e riprodotto al mondo nelle più disparate versioni,

>" l'Homo Vitruviano" <

in cui "il Maestro" indica > "la chiave segreta" < per comprendere " la chiave massonica per la quadratura del cerchio" > l'unica capace di risolvere "l'enigma" ritenuto matematicamente impossibile, se non con trucchi di pura magia, come nel LinK qui richiamato


" Chiave", di cui gli Egizi , i Greci e poi i Romani ne possedevano i più intimi segreti e di cui si avvalevano nella progettazione e nella costruzione di edifici e di città. come dimostra il papiro di Rhind, su cui si è confrontato Gaetano Barbella in un articolo non a caso intitolato

> "Torino romana fu fondata all'insegna della Matematica" <

Io, come molti ricercatori, non ci avevo prestato la dovuta attenzione,ma la curiosità e l’attenzione è decisamente aumentata quando ho ricevuto un altro > disegno < da una "persona" che, come spesso  capita nella vita, ho incontrato per "per caso"e che è immediatamente sparita.
La chiave di lettura del  significato segreto del vero "CODEX DA VINCI", nascosto tra le pieghe del Disegno dell’ Uomo Vitruviano, ce lo porge quest’emblematica > immagine < che segue, che nasconde > messaggi criptati < più o meno comprensibili e decifrabili dagli stessi studiosi e praticanti di scienze esoteriche

Il Codice Segreto di Leonardo Da Vinci


> LA CHIAVE MASSONICA PER LA QUADRATURA DEL CERCHIO <


Sicuramente le aveva ben chiare un altro grande artista esoterico

> il MICHELANGELO <

nello scolpire gli "occhi" dell'altrettanto famosa ed emblematica scultura, con la quale ha rappresentato uno strano Mosè > trasformato in una una > radio ricetramittente < con > due escrescenze < una delle quali  < rivolta a sinistra > come > il volto <> ma soprattutto > lo sguardo < decisamente ed inesorabilmente


Il Codice Segreto di Leonardo Da Vinci


Io un mezza idea dei vari significati me la sono fatta, come ho cercato di spiegare nei vari capitoli di questo Sito ed in particolare in quello dedicato espressamente al

> Mosé <

di Michelangelo ed a quelle due strane prominenze, che spuntano sopra la fronte e che non sono certo classificabili come due classiche "corna" normalmente poste - come in tutti gli animali che le posseggono - ai lati della fronte.
Appaiono  infatti  crescere sulla sommità del cranio come due antenne paraboliche di una radio ricetrasmittente.

Il Codice Segreto di Leonardo Da Vinci


> ma anche questa  è una ricerca che va fatta….insieme <



Leonardo da Vinci era un grande iniziato e sembra che appartenesse all’Ordine dei così detti “Seri” o Shri,i saggi del passato.
Era anche - secondo Vasile Droj- uno dei “Giocondi”, un Ordine misterioso, il cui scopo era quello della crescita continua attraverso l’esercizio permanente, cultori della formula universale:

< ECSERC ? CRESC >

ossia “esercitarsi per crescere”, che - sempre secondo Droj -  sarebbe la decodificazione della radice del fondatore Gesù Cristo (Isus Cristos).
Isus era “is us” ossia “is uso” cioè "sono uso" o più semplicemente “uso”. La radice di Cristo viene da crescere e qui sta il mistero nella profondità della parola ancora non rivelata.
Letto al contrario CRESCE = ECSERC cioè "Esercitare, Esercizio".
In conclusione l’esempio e la formula segreta di
> La Vita è un Esercizio <

Il Codice Segreto di Leonardo Da Vinci




Un uomo non può cambiare il mondo
ma può diffondere un messaggio
che può cambiare il mondo



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mercoledì 16 ottobre 2019

Leonardo da Vinci e la Scrittura

Leonardo da Vinci scriveva Specularmente


Leonardo da Vinci 
scriveva 
Specularmente

Per avere un’idea di come vengono trasformate le parole se scritte specularmente, provate voi stessi a scrivere la parola Cipiri e poi a mettere il foglio davanti a uno specchio: vi appariranno le lettere non solo invertite come se aveste scritto da destra a sinistra (iripiC) ma anche rovesciate.
Comodità, vezzo o malattia? Secondo alcuni Leonardo scriveva così perché era diventato mancino in seguito a un incidente e dunque lo trovava un metodo comodo. Secondo altri avrebbe scoperto in gioventù il piacere della scrittura speculare e poi coltivato questo stile
come vezzo, in uso nel XV secolo.
Alcuni neurologi hanno ipotizzato che Leonardo fosse dislessico, cioè affetto da un disturbo che porta a considerare le parole come figure: chi ne soffre trova facile scrivere specularmente e trascrivere parole in arabo o ebraico (scritte cioè da destra a sinistra). Infine c’è chi pensa che la scrittura di Leonardo fosse un codice segreto per proteggere i propri scritti dal plagio e dalla censura ecclesiastica dell’epoca.

Leonardo da Vinci scriveva Specularmente

Leonardo da Vinci scriveva Specularmente



Leonardo da Vinci e la Scrittura

Tra i mille misteri che circondano la storia di Leonardo da Vinci vi è indubbiamente la scrittura.

Quel suo modo di scrivere, da molti suoi contemporanei ritenuto "strano" o addirittura "mano del diavolo", ha certamente contribuito ad alimentare quel fascino
 che da oltre 500 anni avvolge tutta la sua esistenza.

Trovandosi di fronte ad un suo scritto, magari presente all'interno di uno dei codici, oltre che dei suoi disegni, saremmo certamente "rapiti" dal suo modo di scrivere, da quello stile cosi indecifrabile, quasi "alieno" che non smetteremmo mai di continuare a leggere e rileggere.

E' un vero e proprio rebus che il buon Leonardo ha voluto nascondere nella sua scrittura?

Esiste qualcosa di ancora non conosciuto dietro il suo modo di scrivere?




Parlare di Leonardo come scrittore significa entrare in un contesto molto articolato che merita un giusto approfondimento.

Ha scritto moltissimo sotto ogni forma e stile, e le sue tracce si trovano ovunque in tutti i suoi Codici che raccolgono i suoi pensieri di sintesi, annotazioni, ma anche concetti meditativi, proverbi, sentenze in rima e proiezioni ideali verso un mondo fantastico e forse improbabile.

La sua scrittura è stata certamente una scrittura intensa e di contenuti che riusciva a dare immagine alle parole e laddove questo non accadeva, faceva il contrario attraverso lo studio delle immagini che da esse esemplificavano il contenuto soggettivo e reale del suo pensiero.

Ogni scritto di Leonardo è stato osservato, esaminato e indagato sino all'inverosimile, forse a tal punto che obbligatoriamente sia dovuto un ulteriore significato, magari occulto, che ci offra obbligatoriamente un senso diverso da ciò che egli ha voluto realmente dare.
E' vero, lui si definiva "omo sansa lettere", senza cultura accademica e quindi privo della lingua necessaria come il Latino, obbligatoria per disquisire di scienza e cultura nel mondo accademico, ma tutto ciò sembra non averlo mai ostacolato, forse anche per la sua grande capacità di relazionarsi con le persone come il suo grande amico Lorenzo dè Medici.




Ortografia

Il termine ortografia ha origini greche (ortographía, comp. di orthós «retto, corretto» e -graphía«scrittura») è l’insieme delle regole che formano la tipologia e il modo di scrivere in un preciso momento storico. Nella grammatica, l’ortografia è considerata come l'impiego corretto dei segni grafematici, cioè l'insieme delle lettere e il modo nel quelle esse sono utilizzate, e i segni paragrafematici, che si riferiscono all'utilizzo dei segni come virgolette, trattini, ecc.

Esaminando con attenzione i centinaia di testi scritti da Leonardo, si evince che la sua scrittura non è precisa dal punto di vista ortografico e si lascia spesso influenzare dall'approssimazione. Questo è dovuto al fatto che Leonardo effettuava "una sintesi" della scrittura utilizzando abbreviativi che non necessariamente dovevano essere corretti, piuttosto richiamare un concetto o un idea.

Va detto anche che la sua ortografia e dell tutto approssimativa, poco allineata e, come si nota in molti fogli che ci ha lasciato, anche piuttosto influenzata dalla lingua e dal dialetto Lombardo e Toscano, dove si trova molto spesso una miscellanea di influenze che denotano il suo stile.

La Toscana e la Lombardia, sembrano influenzare il suo stile discorsivo, tanto che la matrice ortografica richiama quella antica parlata che ci riporta al vernacolo fiorentino, inserendo talvolta anche citazioni lombarde per rendere il concetto più esemplificativo.


Utilizzo di anacoluti

Leonardo usa spesso un modo di descrivere piuttosto, come dire, "sospeso", ovvero il modo di costruire e scrivere, detto costrutto retorico, dove lo schema di costruzione della frase non rispetta i canoni organizzati di scrittura e, di fatto, interrompe come fosse una vera e propria spaccatura, la sintattica sia della frase appena scritta sia del concetto che si vuole dare alla frase stessa.

Quasi sempre tende a non finire mai una frase o un concetto e leggendolo si ha l'impressione di trovarsi sempre ad attendersi qualcosa, come se si girasse pagina di un libro e si continuasse la storia. Ma in realtà non è quasi mai cosi.


Brachilogia

Termine di derivazione greca e fa riferimento a un parlare conciso e sentenzioso,
diretto e senza fronzoli.

Questo stile è un riassunto del pensiero che viene "gettato" sul foglio senza regole precise, quasi a "scavalcare le regole", mantenendo uno stile sintetico e asciutto.

L'estrema concretezza nello scritto e nel suo "riassunto forzato" del significato stesso del suo pensiero, diventa il suo stile personale che unisce in un unico concetto
 il riassunto esplicito e breve del senso.



Testo estratto ed ingrandito dal Codice sul Volo e sugli uccelli, folio 10V


La scrittura speculare

Per avere un’idea di come vengono trasformate le parole se scritte specularmente, provate voi stessi a scrivere la parola Leonardo scrittore e architetto del ducato e poi a mettere il foglio davanti a uno specchio: vi appariranno le lettere non solo invertite come se aveste scritto da destra a sinistra ma anche rovesciate.



Leonardo scrittore e architetto del ducato

oʇɐɔnp lǝp oʇʇǝʇıɥɔɹɐ ǝ ǝɹoʇʇıɹɔs opɹɐuoǝl




Ma perchè Leonardo scriveva in questo modo?

La domanda è semplicissima, la risposta semplice, la spiegazione probabile.

Vediamo insieme alcune teorie:



1. Per alcuni studiosi Leonardo scriveva così a causa di un incidente che gli aveva compromesso buona parte della funzionalità della mano destra e che quindi si fosse abituato, con molta fatica, a scrivere con la sinistra.



2. Leonardo scriveva come mancino sin dall'infanzia e sembrerebbe che il nonno Antonio abbia cercato di correggere questa sua "diversità" in tutti modi, senza riuscirci.



3. Alcuni neurologi hanno ipotizzato che Leonardo fosse dislessico, cioè affetto da un disturbo che porta a considerare le parole come figure: chi ne soffre trova facile scrivere specularmente e trascrivere parole in arabo o ebraico (scritte cioè da destra a sinistra).



4. Gli gli amanti del mistero ritengono che il suo modo di scrivere fosse dettato esclusivamente dal desiderio di rendere incomprensibile la sua lettura, soprattutto le sue invenzioni e i suoi disegni, e per proteggerli da copiature, decise di adottare questo stile di scrittura,
molto simile ad un codice "crittografico".

Firma autenticata di Leonardo da Vinci


Firma autenticata di Leonardo da Vinci

La firma di Leonardo è vergata dalla sinistra alla destra a confermare il suo ambidestrismo di mano. L'iniziale minuscola del nome "lionardo" segnala sensi d'inadeguatezza legati alle sue origini di figlio illegittimo, trovando nella competizione una rivalsa sociale. In questo modo ha dato al suo Ego un'importanza notevole che gli ha permesso di sviluppare in modo esponenziale talenti e creatività.


E' questo il motivo per cui egli sottolinea la propria identità aggiungendo il termine "io" davanti al nome. L'energia vitale, espressa dalla pressione della penna sul foglio e dallo spessore del tratto, rivela forza e resistenza, ma anche una certa instabilità d'umore
 che potrebbe spiegare tanti "incompiuti".

fonte: Evi Crotti e Alberto Magni, Archivio di Stato di Milano



IL DESTRORSO O DESTRIMANO

Il contrario di mancino è... destro, destrimano o destrorso?  Chiunque si imbatta nella ricerca del contrario di mancino scoprirà che i dizionari non forniscono "risposte" univoche e concordi al riguardo: se da una parte, infatti, essi indicano destro o destrimano  (ma, come vedremo, con differenze sostanziali), dall'altra, invece, non registrano destrorso come contrario di mancino, nonostante la parola abbia assunto questo significato nell'uso scritto e orale da più di un secolo.

Destrorso è voce dotta, cioè non ereditata direttamente nel passaggio dal latino parlato all’italiano, ma reintrodotta in un secondo momento: alcuni termini caduti in disuso sono stati a volte “riesumati” dal serbatoio della lingua latina per via libresca e così è avvenuto anche per dextrŏrsu(m), composto da dĕxteru(m) e vŏrsum, forma arcaica per vĕrsum, participio passato di vĕrtere (cfr. DELI 1999), nel senso di ‘volto verso destra’.
Come aggettivo indica in primis ciò "che procede, che si orienta da sinistra verso destra’"e fra i termini più frequenti a cui si accompagna troviamo vite, tornante,
curva, elica, movimento, rigatura, andamento.

Nella terminologia tecnico-specialistica destrorso può essere sinonimo di destrogiro, ad esempio nel linguaggio della chimica o in geometria. L’aggettivo è adoperato anche in fisica e in zoologia, mentre in botanica sono chiamate piante destrorse quelle che si avvolgono inclinandosi verso destra.

In qualità di aggettivo o di sostantivo, esso prevede un ultimo significato riconosciuto dai dizionari e riguardante il mondo della politica: in senso figurato, “per lo più polemico o scherzoso” specifica il Vocabolario Treccani 2017 - e con diciture analoghe nel resto dei dizionari consultati -, designa qualcosa o qualcuno "che è a favore della destra politica, di idee conservatrici" in modo non esplicito o dichiarato (es. tendenze destrorse, governo destrorso).

Tutti i dizionari introducono anche la definizione di scrittura destrorsa: un sistema di scrittura che procede da sinistra a destra, la cosiddetta dessiografia, come quella dell’italiano, del greco, del russo ma non dell’arabo o dell’ebraico che si caratterizzano, al contrario, per una scrittura sinistrorsa, perché muove da destra verso sinistra (cfr. GRADIT 2007). E ancora in grafologia la scrittura o grafia destrorsa è "quella che presenta un’inclinazione delle aste verso destra",
come si legge nel Sabatini-Coletti 2008.

Insomma nelle accezioni fin qui elencate, destrorso corrisponde esattamente al contrario di sinistrorso: consultando un qualunque dizionario si potrà vedere che, in maniera simmetrica, sinistrorso vale 'levogiro', 'che gira in senso antiorario', 'sinistroide'. Un'ulteriore verifica può essere fatta su dizionari di sinonimi e contrari, in cui non a caso vengono indicati proprio sinistrorso, levogiro, sinistrogiro e sinistroide (o anche progressista) come unici contrari di destrorso, destrogiro e destroide (oppure conservatore).

Questi i significati censiti all’unanimità dalla lessicografia contemporanea; ma veniamo adesso al significato, per così dire, "fantasma".

Quanti di noi usano o, per lo meno, conoscono destrorso come contrario di mancino?
Possiamo dire che questo significato di destrorso è attestato almeno dalla fine dell'Ottocento.

Brown Sequard cita 42 casi di Afasia con lesione dell'emisfero destro; due, egli dice, erano destrorsi; dei 40 che rimangono gli autori non dicono nulla.
("Giornale dell'Accademia di medicina di Torino", 1882, p. 150).

Nella coscienza linguistica dei parlanti sembra ormai affermato l’uso di destrorso come antonimo (ossia ‘opposto’) di mancino, cioè nel significato di ‘che o chi si serve prevalentemente della parte destra del corpo (mano, braccio, gamba, piede)’, significato irreperibile nei vocabolari. E allora la diffusione di questo oramai datato neologismo semantico può essere verificato e quantificato mediante l’universo del web.

Gli archivi della "Stampa" e di "Repubblica" e alcuni corporalinguistici come ItWaC (607 risultati) e RIDIRE (174 risultati), mostrano quanto si sia sedimentato l’uso di destrorso in ambiti solitamente riservati a destrimano o a destro, dalle pagine dei forum a quelle di musica e tecnologia e non solo.

Destrorso è ampiamente usato nel mondo dello sport: "sfogliando" le versioni elettroniche di quotidiani come la "Gazzetta dello Sport" e il "Quotidiano.net" o di riviste come "Super Tennis Magazine" sembra che le attestazioni riguardino soprattutto tennis e calcio, ma non mancano occorrenze relative anche ad altri sport (pallacanestro, judo, scherma, pugilato, atletica, golf).
Le problematiche che sorgono in termini di vantaggio, o di svantaggio, tra giocatori destrorsi e mancini è una questione che da sempre ha coinvolto tecnici e addetti ai lavori. […] Attraverso la lateralità dominante che per il destrorso è ovviamente la destra, si eseguono nel tennis la maggior parte di abilità tecniche: il servizio, lo smash e il diritto sia di rimbalzo che di volo o di risposta. (Carlo Rossi, Luca Bottazzi, Il gioco mancino sorprende sempre, IlTennis.com, 14 giugno 2016).

Significativo, poi, che nel Dizionario dello sport e di medicina sportiva, bilingue (inglese-italiano, italiano-inglese), edito nel 1988 e curato da Vincenzo Bonanno si trovidestrorso, posto a lemma nella sezione italiano-inglese e come traducente in quella inglese-italiano: a p. 254, ad esempio, leggiamo che il “box del battitore destrorso, (baseball)” corrisponde all’inglese “right-handed batter’s box”.

Destrorso, entrato anche nel linguaggio giuridico e amministrativo, è contenuto in alcuni documenti ufficiali, quali decreti ministeriali, sentenze e regolamenti regionali. Lo troviamo sul sito del Ministero della Giustizia, per esempio, in un Decreto del 24 gennaio 2002 ("Disposizioni concernenti l'uso, in durata e la foggia del vestiario e dell'equipaggiamento in dotazione al Corpo di polizia penitenziaria"), con riferimento al "porto della pistola"; in una sentenza penale della Corte di Cassazione: "la vittima era destrorsa mentre il colpo era partito con la canna dell'arma poggiata sulla tempia sinistra [...]". Citiamo, infine, un esempio di regolamento regionale, nella fattispecie quello della regione Lombardia, del 17 settembre 2013, in cui si dichiara che "la fondina per destrorsi da abbinare al completo per le attività di controllo ambientale e ittico venatorie è di colore nero".

Le occorrenze di destrorso non mancano in articoli di cronaca, specie in quelli che trattano di omicidi e suicidi; un solo esempio:
Nei verbali di polizia del 27 gennaio 1967 si citava semplicemente quello di uscita, sulla parte alta a sinistra del cranio, ed era francamente difficile che Luigi Tenco - destrorso - potesse aver fatto fuoco con la mano sinistra e in un punto così innaturale. (Massimo Calandri, Marco Preve, ‘Caso chiuso, Tenco si suicidò’, “La Repubblica” 16 febbraio 2006) .

Un uso massiccio proviene da testi di neurologia, psicologia e scienza contenuti in giornali, siti, riviste di carattere divulgativo o scientifico ("Focus", "National Geographic", "Le scienze", "Sport&Medicina"), in cui il termine è rivolto non solo agli esseri umani ma anche agli animali, specialmente in alcuni studi condotti sulla lateralità di scimpanzé, trichechi, cani, gatti.

Quando si scopre se un bambino è mancino o destrorso? Lo sviluppo della lateralità, cioè della preferenza nell'uso del lato destro o sinistro del corpo, ed in particolare dell'arto superiore, ha inizio già a partire dalla seconda metà del primo anno di vita del bambino. (Articolo del fisiatra Paoloni pubblicato sul sito della Pampers).
Fra gli ambiti in cui la parola ha attecchito, annoveriamo l'universo dei videogiochi e della tecnologia: alcune istruzioni di console, dispositivi e giochi adottano diciture del tipo "giocatori destrorsi e mancini", "configurato per destrorsi e mancini", espressioni diffuse anche nel linguaggio dei blog e dei forum tra gli appassionati di videogame; ed è altrettanto facile imbattersi in formule simili parlando di mouse, cellulari e tablet di nuova generazione.

Dando uno sguardo alle vendite e al commercio, è interessante notare come le varie aziende presentino i propri prodotti: orologi, forbici, coltelli realizzati su misura, a seconda che siano destinati al popolo dei destrorsi o a quello dei mancini. Collegandosi al sito di Amazon e digitando "destrorsi" nella barra di ricerca spuntano fuori oltre 1400 risultati (dati del 14/10/17), di cui 1384 nell'accezione di nostro interesse; il termine compare nelle descrizioni dei prodotti o come tag a essi abbinato e fra le categorie con il più elevato numero di occorrenze troviamo 'casa e cucina' (320), 'cancelleria e prodotti per ufficio' (258), 'sport e tempo libero' (239), 'elettronica' (112) e 'informatica' (87). Abbiamo scelto di analizzare la forma del maschile plurale poiché ha prodotto più risultati rispetto alle altre forme del lemma (maschile singolare, femminile singolare e plurale) che hanno occorrenze decisamente più modeste.

Anche le aziende leader nei prodotti di scrittura hanno un’offerta differenziata, a partire dai marchi BIC® e PERPETUA® che propongono prodotti per mancini e destrorsi : "Correzione precisa sia per mancini che per destrorsi" (https://it.bicworld.com); «La domanda non sarà più: “Con che mano scrivi?” – Perpetua è infatti utilizzabile sia da mancini che da destrorsi – ma “Con che mano temperi la tua Perpetua?”» (https://www.perpetua.it).

La STABILO®, invece, per pubblicizzare la sua linea ergonomica di penne, matite e temperamatite, fa una scelta diversa optando sistematicamente per destrimano, l’altro termine che i nostri lettori ci hanno sottoposto: "STABILO presta molta attenzione a promuovere una scrittura pulita e scorrevole, perciò ha sviluppato insieme agli esperti una linea di prodotti ergonomici differenziati per destrimani e mancini"; "il fondello della matita ha il colore rosso per i destrimani e il colore giallo per i mancini"; "questa è la prima penna roller ergonomica per destrimani e per mancini, studiata appositamente per i bambini che stanno imparando a scrivere" (http://www.stabilo.com).

La sfida di destrimano contro destrorso sembra finora perdente, almeno stando ai numeri: nel sito di Amazon, rispetto ai 1384 risultati di "destrorsi" visti poco fa, la ricerca di "destrimani" ha prodotto un numero inferiore, meno di 900 risultati; i dati sono corroborati da un ulteriore confronto: nel sito di Decathlon, un'azienda impegnata nella vendita di articoli sportivi, la vittoria di "destrorso" è schiacciante - e questo ne rifletterebbe l'ampia diffusione in ambito sportivo - dal momento che il termine ha prodotto ben 165 risultati (es. "GUANTO GOLF DONNA DESTRORSA 500 ROSA"), mentre la ricerca per "destrimano" ha generato solo 7 risultati,
tutti connessi all'attrezzatura per il tiro con l'arco.

Stesso risultato danno le ricerche effettuate all'interno di corpora, archivi o, più in generale, nei siti di alcune testate giornalistiche (“La Nazione”, “La Repubblica” ecc.), in cui destrorso predomina o si aggiudica un pareggio contro destrimano.

Affinando una ricerca su Google con criteri tali da rintracciare "destrorsi" e "mancini" all'interno di uno stesso testo, si ottengono oltre 200.000 risultati per destrorso; procedendo analogamente per "destrimani" e "mancini" il totale si aggira intorno ai 140.000 risultati per destrimano.

Se si effettua una ricerca su Google Libri il divario appare, in verità, ridimensionato: a campeggiare in termini numerici è ancora una volta destrorso (quasi 10000 risultati per "destrorsi" e oltre 3000 per "destrorso"), tuttavia la cifra è destinata a ridursi drasticamente se si considerano le molteplici occorrenze del termine nelle discipline matematiche, fisiche, tecniche e nelle scienze naturali, di gran lunga superiori ai contesti in cui destrorso ricorre come contrario di mancino (in libri di pedagogia, psicologia, neurolinguistica e romanzi, soprattutto gialli).

Ecco qualche esempio:

Per esempio, trovavamo più casi di afasia in individui destrorsi con lesioni nell’emisfero destro […]. (Recensioni in “Rassegna italiana di linguistica applicata”,
Bulzoni Editore, vol. 18, n. 2, 1986, p. 132).

«Monk era destrorso, e questo particolare è compatibile con l’ipotesi del suicidio» osservò Sean.
(David Baldacci, Puro genio, trad. di Renato Pera, Edizioni Mondadori, 2014, p. 26).

Il totale dei risultati per "destrimani" ammonta a poco più di 3000 e a circa 600 per "destrimano"; quest'ultimo è contenuto principalmente in manuali, riviste, enciclopedie e dizionari di scienze mediche, specialmente di neurologia e psichiatria, così come in testi riguardanti il linguaggio del corpo, la grafologia (anche in ambito forense), i disturbi del linguaggio, l'antropologia, la psicologia e, secondariamente, nei romanzi.
Probabilmente l’insuccesso di destrimano in alcuni ambiti è imputabile, almeno in parte, alla sua trasparenza semantica: esso, diversamente da destrorso, più opaco, si limita a definire solo le azioni compiute con la mano destra, come riportato dalla maggior parte dei vocabolari.

Solo lo ZINGARELLI 2018 gli attribuisce il significato meno ristretto di ‘chi (o che) usa di preferenza la mano destra e gli arti della parte destra del corpo in genere’. Inoltre destrimano è etichettato come parola “di basso uso” dal GRADIT o
come “non comune”dal Vocabolario Treccani 2017.

Accanto a destrimano, come suggerisce anche un nostro lettore, esiste la variante destrimane, un secondo fantasma per la lessicografia con le eccezioni del DOP e di alcuni dizionari specialistici di medicina e di psicologia. Eppure, dalla fine dell’Ottocento, destrimane ha continuato a sopravvivere parallelamente a destrimano, non solo nel linguaggio medico ma anche nel lessico di altri ambiti (da romanzi e scritti di antropologia ad articoli di giornale), come si evince dagli oltre 1500 risultati di Google Libri.

Nell'archivio del “Corriere della Sera”, in un periodo che va dal 1913 al 2016, si contano circa trenta occorrenze di "destrimane", con uso sia sostantivale che aggettivale; tale forma è adoperata non solo per il maschile singolare, ma anche per il femminile singolare (es. popolazione destrimane), invece di destrimana.

Non è da escludere che per la variante destrimane sia scattato il meccanismo dell'analogia con la serie di composti con -mane, quali caffeinomane, cleptomane, megalomane, mitomane, piromane (sebbene si tratti di tutt'altra base etimologica, dal greco -manés, 'pazzo'). La "libreria" di Google si rivela altrettanto preziosa poiché ci permette di retrodatare destrimano e destrimane all'ultimo ventennio dell'Ottocento, rispetto alla datazione del 1983 riportata da molti dizionari (GRADIT 2007, ZINGARELLI 2018, Nuovo Devoto-Oli 2018).

Il Marzocchini è destrimano, ed esperimentata la forza col dinamometro, a destra è capace di quasi il doppio di forza che non a sinistra. ("Lo Sperimentale. Giornale italiano di scienze mediche", anno XXXIV, tomo XLV, Firenze, Tipografia Cenniniana, 1880, p. 378).

Uomo di statura media, robusto, e ben nudrito, destrimane fino dall'infanzia. ("Lo Sperimentale. Giornale italiano di scienze mediche", anno XXXVIII, tomo LIII, Firenze, Tipografia Cenniniana, 1884, p. 114).

Oltre a destrimano e destrimane, destrorso ha un ulteriore concorrente, destro(utilizzato di recente in uno spot di Amazon come contrario di mancino), che mostra una situazione pressoché identica a destrimano, poiché solo lo ZINGARELLI 2018 e il Nuovo Devoto-Oli 2018, fra i significati contemplati, lo registrano anche come contrario di mancino, quindi come ‘persona che usa di preferenza la mano destra o, nel caso di un calciatore, il piede destro’. Il mancato successo, in questo caso, è attribuibile all'altissima frequenza d'uso di destro in opposizione a sinistro.

L’uso invalso di destrorso nel linguaggio comune, alla luce di quanto detto, troverebbe così una sua giustificazione: a fronte di una casella semantica parzialmente scoperta perché colmata imperfettamente dai termini destro e destrimano, la lingua italiana avrebbe necessitato di un vocabolo più esauriente e pregnante, tale da racchiudervi un concetto completo e implicare per intero la parte destra del corpo.

Ebbene sulla scelta dell’antonimo di mancino non vi è consenso unanime, come testimonia l'esempio sottostante, che include due occorrenze di destrimane nel testo e una di destro nel sottotitolo.

« [...] Un mancino su sette ha i centri del linguaggio divisi in entrambi gli emisferi, cioè ha più spazio nel cervello per analizzare. Soltanto un destrimane su venti ha questo vantaggio».

Se a ciò si aggiunge che i mancini, da quando imparano a suonare il pianoforte, devono adattarsi a suonare uno strumento pensato a misura di destrimane [...].

(Matteo Persivale, Musica sinistra. Molti virtuosi del piano sono mancini anche se la tastiera è fatta per i «destri», "Il Corriere della Sera", 10 gennaio 2009).


È plausibile che a determinare l’oscillazione fra i tre vocaboli - spesso all'interno di uno stesso testo - abbia concorso anche una motivazione di carattere meramente pratico, vale a dire una scarsa consuetudine nella quotidianità di additare coloro che non siano mancini, giacché i destri, destrimani o destrorsicostituiscono, non a caso, circa il 90% della popolazione mondiale, stando a innumerevoli studi e dati statistici. Ciò può aver impedito fino a oggi lo stabilizzarsi di un termine unico, magari ricorrendo a circonlocuzioni come espediente per eludere il problema. Al contrario, chi si serve della parte sinistra rappresenterebbe il caso “anomalo”: basti pensare alla tradizione secolare cui è legato il mancinismo, percepito, almeno fino a tempi recenti, come condizione negativa, addirittura una menomazione da correggere per poi, in seguito, essere rivalutato come segno distintivo della creatività e dei più grandi geni della storia (Caio Giulio Cesare, Leonardo da Vinci, Mozart).

A cura di Barbara Patella, Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca



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mercoledì 17 aprile 2019

Incendio di Notre-Dame di Parigi



Incendio di Notre-Dame

La cattedrale metropolitana di Nostra Signora (in francese: Cathédrale métropolitaine Notre-Dame; in latino: Ecclesia Cathedralis Nostrae Dominae), conosciuta anche come cattedrale di Notre-Dame o più semplicemente Notre-Dame (pronuncia [nɔtʁə dam]), è il principale luogo di culto cattolico di Parigi, cattedrale dell'arcidiocesi di Parigi. il cui arcivescovo metropolita è anche primate di Francia.

Ubicata nella parte orientale dell'Île de la Cité, nel cuore della capitale francese, nella piazza omonima, rappresenta una delle costruzioni gotiche più celebri del mondo ed è uno dei monumenti più visitati di Parigi.

In base alla Legge francese sulla separazione tra Stato e Chiesa del 1905, l'edificio è proprietà dello Stato francese, come tutte le altre cattedrali fatte costruire dal Regno di Francia, e il suo utilizzo è assegnato alla Chiesa cattolica.

La cattedrale, basilica minore dal 27 febbraio 1805, è monumento storico di Francia dal 1862 e Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO dal 1991.

Incendio di Notre-Dame

Incendio di Notre-Dame

Incendio di Notre-Dame

Incendio di Notre-Dame

Incendio di Notre-Dame


Vittorio Sgarbi

La tragedia di Notre-Dame ha un valore simbolico ma nulla di più. Almeno secondo Vittorio Sgarbi, storico e critico d’arte intervenuto in Tivù , dove si è reso al solito protagonista di uno scontro con lo psicologo Meluzzi (che di arte crediamo ne capisca ben poco): «L’intervento dei pompieri è stato efficace. La guglia che è caduta è un’architettura del 1870. La tragedia è morale, sì, ma tutto è riparabile. Il crollo della cattedrale di Noto è stato più grave, in 10 anni l’abbiamo recuperata. Inoltre non ci sono morti, non c’è terrorismo. Questo pianto generale è inutile, è una tragedia legata a un simbolo perfettamente recuperabile. Non possiamo credere di non poter ricostruire qualcosa che è stato fatto nel 1800».

Ma non è tutto. Aggiunge Sgarbi: «Dobbiamo essere attenti la prossima volta che si fa un restauro a mettere le impalcature in sicurezza. 
Le fiamme sono divampate per un corto circuito nella struttura montata per il restauro».

A chi gli fa notare il valore simbolico dell’evento, Sgarbi ribadisce: «All’interno non ci sono opere antiche, ci sono i muri e alcuni affreschi del secondo 800. Le cose irreparabili sono quelle in cui perdi opere importanti e centrali nella cultura dell’occidente. Le vetrate di Notre Dame sono state finite nel 1967 e sono delle opere assolutamente triviali e di nessuna importanza. Lì non c’è nulla. Non è come una chiesa italiana che ha un palinsesto secolare. L’arredo è di strutture neogotiche, tipo E.T., cose scenografiche nessun capolavoro. Ma cosa abbiamo perso di Notre-Dame? Ditemi un nome, ditemi un monumento, una statua, una scultura. La corona di Cristo? E’ una reliquia finta. La parte importante è nelle due torri, restate intattie. 
Basta retorica, bisogna distinguere tra le opere d’arte e le cartoline».

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Incendio di Notre-Dame

Incendio di Notre-Dame

restauri di Eugène Viollet-le-Duc


I restauri di Eugène Viollet-le-Duc: teoria e prassi

Architetto e cultore della storia dell’architettura medievale, Eugène Viollet-le-Duc (1814-1879) ha rivestito un ruolo di fondamentale importanza nel campo del restauro.

Egli iniziò ad occuparsi della conservazione dei monumenti medievali in seno alla Commissione dei Monumenti Storici, istituita in Francia in seguito alla grande rivalutazione dell’arte del Medioevo. Iniziò la sua attività come giovane ricercatore e per un lungo periodo attraversò tutta  la Francia, studiando ed analizzando il linguaggio architettonico, le varie tipologie di edifici e gli elementi architettonici che li costituivano. Il suo lavoro confluì in una grande opera, il Dizionario ragionato dell’architettura francese, edito il dieci volumi tra il 1854 e il 1868. In esso, tutti gli elementi architettonici erano classificati per periodo storico e regione e illustrati per mezzo di disegni.

La corrente Positivista portò all’idea di censire in maniera sistematica ogni tipo di opera e monumento. La nascita di storie dell’arte divise per periodi risvegliò inoltre l’interesse per lo studio dei documenti d’archivio.

Il primo monumento di cui Viollet si occupò come Ispettore della Commissione dei monumenti storici francesi fu il progetto per il restauro della chiesa della Maddalena a Vézelay. Dai disegni che egli eseguì prima del restauro si nota che la struttura, oltre ad avere una parte ritoccata e una porta murata, stava franando. L’architetto ricostruì alcune parti cadute, pur senza completare allo stesso livello le due torri in facciata.

Un lavoro successivo fu quello del restauro della cittadella fortificata di Carcassone. L’intervento, iniziato nel 1849, lo tenne impegnato per quasi venti anni nel tentativo di restituire all’insieme un carattere e un aspetto tipicamente medievale, con tutto un repertorio di torri, guglie e merlature.

Il restauro che consacrò la fama di Viollet-le-Duc fu quello della Cattedrale di Notre Dame di Parigi (1845-64), abbandonata dopo la Rivoluzione. La struttura versava in uno stato di totale abbandono ed era stata oggetto di atti vandalici, tanto che si fece largo l’ipotesi di un suo probabile abbattimento. Viollet ripristinò sia la struttura che il ricco apparato scultoreo: nei tre portali della facciata, molte figure sono in realtà frutto di rifacimenti in stile. Inoltre, egli fece innalzare la guglia posta all’incrocio fra la navata principale ed il transetto. Realizzata in ghisa, la struttura reca alla base dodici figure di apostoli e, secondo la tradizione, uno di essi riproduce  le fattezze dell’architetto. Per quanto concerne le due torri in facciata, Viollet-le-Duc decise di non completarle, convinto che un simile intervento avrebbe mutato troppo incisivamente l’aspetto ormai consolidato nella mentalità comune di questo monumento così celebre e significativo.

Più tardi, però, proprio la sua abilità e padronanza dei testi medievali, gli valsero la cattiva fama di “falsificatore”. Infatti, la sua teoria di intervento si basava sul cosiddetto “restauro di ripristino” o “restauro in stile”. Partendo da una attenta analisi dell’opera, egli cercava di definirne l’esatto stile originario. Successivamente, demoliva le parti aggiunte e ricostruiva tutte quelle mancanti. Pertanto, il suo obiettivo era riportare indietro le lancette del tempo e risalire all’idea progettuale, senza tenere conto dei cambiamenti apportati nel tempo e delle addizioni risalenti a epoche successive. Secondo la sua concezione, bisognava terminare in stile il monumento anche se, per cause fortuite, non fosse stato completato. Rispetto al passato, dunque, si poteva essere in grado  di individuare e di riconoscere come era lo stile dell’opera in origine e, grazie ai nuovi strumenti culturali e tecnici, la si poteva riprodurre in maniera fedele.

Nella sua attività matura, Viollet-le-Duc abbandonò il rigore che aveva caratterizzato i suoi restauri giovanili e si lanciò in interventi anche molto estesi, forte della sua vastissima conoscenza teorica e storica. La sua impostazione ha influenzato molti restauri successivi e diverse città italiane sono state oggetto di demolizioni e di tentativi di ripristino del loro aspetto originario. È evidente che un restauro di questo tipo tenda a selezionare solo una fase storica e a conservare solo quella. Oggi un restauro come lo intendeva Viollet non è più concepibile, ma bisogna comunque riconoscere che è stato un personaggio di alto livello e che il suo metodo era improntato ad una serietà che lo contraddistingueva da tutti i suoi seguaci.



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martedì 12 febbraio 2019

Leonardo da Vinci a Firenze: 500 anni dalla morte

Leonardo da Vinci a Firenze: 500 anni dalla morte


LA GALLERIA DEGLI UFFIZI
Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci a Firenze sarà un'anteprima di assoluta grandezza delle celebrazioni leonardiane, che si svolgeranno in tutto il mondo nel 2019. Lo presta in mostra alla città il suo proprietario, Bill Gates, e sarà esposto alla Galleria degli Uffizi dal 29 ottobre 2018 al 20 gennaio 2019. La mostra, Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. L'Acqua Microscopio della Natura, sarà davvero un evento eccezionale perché consentirà di vedere una delle opere più importanti del Maestro, con le conoscenze e le sensibilità che oggi abbiamo maturato verso i temi dell'acqua e dell'ambiente.

Un'opera fitta di geniali annotazioni, di straordinari disegni, che Leonardo scrisse tra il 1504 e il 1508, anni per lui di intensa attività artistica e scientifica. I 72 fogli del Codice saranno collocati nell'Aula Magliabechiana degli Uffizi. Grazie ad un innovativo sussidio multimediale, il Codescope, il visitatore potrà sfogliare i singoli fogli sugli schermi digitali, accedere alla trascrizione dei testi e ricevere molteplici informazioni sui temi trattati: un'idea originale per esaltare le celebrazioni di Leonardo da Vinci.

All’interno della Galleria degli Uffizi di Firenze, conservata attualmente nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, c’è anche la prima opera di Leonardo da Vinci, “Paesaggio con fiume”, realizzata nell'Agosto 1473. L’opera è un disegno che mostra probabilmente il Valdarno inferiore, quindi un paesaggio fluviale: tra due promontori scoscesi, si apre la veduta di un fiume. Da non dimenticare la Nuova Sala di Leonardo. I tre dipinti in essa ospitati furono eseguiti per edifici di culto e, per questo motivo, nel nuovo allestimento è stato scelto di dipingere i muri di questa stanza a spatola, ripetendo la tecnica antica in un colore grigio pallido, che rievoca le pareti delle chiese dell’epoca.

Leonardo da Vinci a Firenze: 500 anni dalla morte


Leonardo: inventore, tecnologo, ingegnere
IL MUSEO GALILEI
Il Museo Galileo – Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze, rappresenta una delle principali istituzioni su scala internazionale, attiva nella museografia scientifica, nella produzione di iniziative per la diffusione della cultura scientifica e nelle attività di documentazione e di ricerca. All'interno del museo, oltre ai tanti riferimenti al genio del grande Maestro, che faranno parte delle celebrazioni, un monumento equestre in bronzo che doveva essere realizzato per Francesco Sforza viene riprodotto con suggestive animazioni, che consentono di ricostruire - virtualmente - il complesso processo di fusione progettato da Leonardo. Le celebrazioni a Firenze sono solo all'inizio.

Il genio di Leonardo
Pittore e scultore, artista, inventore e sognatore: un genio. Nato nel 1452 ad Anchiano, piccolo borgo vicino Vinci (FI), Leonardo ha cominciato ad avvicinarsi alla carriera di artista come apprendista nella bottega del grande pittore Verrocchio.

Milano, Roma, Francia
Ammirato e rispettato da prìncipi e potenti, è stato al servizio di Ludovico il Moro a Milano e di Giuliano de Medici al Vaticano ed è stato ospite del re di Francia, Francesco I°. Leonardo muore ad Amboise il 2 maggio 1519: nel 2019, le celebrazioni.

Vinci e il suo museo
Passeggiando attraverso il borgo medievale di Vinci, si raggiunge il Museo Leonardiano dove, attraverso i modelli delle macchine progettate dal grande genio, possiamo conoscere l’attività di Leonardo inventore, tecnologo e ingegnere.


Durante questa festa, il popolo di Firenze distribuisce il fuoco sacro alla popolazione attraverso un carro carico di fuochi, detto Brindellone



Domenica di Pasqua

Durante questa festa, il popolo di Firenze distribuisce il fuoco sacro alla popolazione attraverso un carro carico di fuochi, detto "Brindellone". Si celebra la domenica di Pasqua e il carro viene trainato da alcuni buoi, che da via del Prato raggiunge il Duomo. La rievocazione storica prevede che alle 11 del mattino, al canto del Gloria in excelsis Deo, viene incendiato un razzo dalla forma simile a quella di una colomba (detta "colombina") che va ad innescare i mortaretti ed i fuochi artificiali preparati sul Brindellone: non è possibile descrivere la pioggia di fuoco, di colori e di scintille che avvolge il carro. Tra le rievocazioni storiche più sentite dai fiorentini.



Questa festa popolare deriva dalle antiche festività pagane che celebravano l'arrivo della primavera



Festa del Grillo

Questa festa popolare deriva dalle antiche festività pagane che celebravano l'arrivo della primavera. In seguito, la città festeggiava il mese di maggio con il "Calendimaggio": i giovani ornavano di fiori le porte o le finestre delle loro fidanzate, e donavano loro un grillo in una piccola gabbia di fusti di saggina. Nella tradizione popolare, il grillo "canterino" era considerato un portafortuna e un nume tutelare del focolare domestico. La festa coincide con l'Ascensione, ovvero 40 giorni dopo la Pasqua e si svolge nel Parco delle Cascine di Firenze, dove si vendono piccole gabbiette contenenti un grillo finto, durante lo svolgimento di una bella fiera.


In Piazza Santa Croce si disputano tre partite di calcio, con oltre 500 figuranti in costume cinquecentesco.

Calcio storico

In Piazza Santa Croce si disputano tre partite di calcio, con oltre 500 figuranti in costume cinquecentesco. Le quattro squadre rappresentano altrettanti quartieri del centro di Firenze. Il Calcio storico si disputa durante il mese di giugno con finale il giorno 24, ricorrenza di San Giovanni, patrono di Firenze. I quattro quartieri storici della città si sfidano in un torneo accesissimo, dove in 50 minuti i 27 giocatori di ogni squadra, vestiti con indumenti d'epoca, tentano di vincere il trofeo (una mucca chianina) e soprattutto il palio, simbolo dei vincitori. Preceduta da una rievocazione storica in costume, la manifestazione rappresenta uno degli eventi piu'
conosciuti e sentiti della tradizione fiorentina.




La festa in notturna prende il nome dalle rificolone




La Rificolona

La festa in notturna prende il nome dalle "rificolone", le lanterne di carta con le quali i bambini accompagnano il corteo. La manifestazione è un susseguirsi di sbandieratori, musicisti e personaggi in costume medioevale che sfilano da Piazza Santa Croce a Piazza della Santissima Annunziata, per celebrare l'anniversario della natività della Vergine Maria. E' una delle rievocazioni storiche di Firenze più sentite della città e si svolge il 7 settembre durante festosi,
suggestivi, coloratissimi cortei.



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martedì 1 gennaio 2019

Salute , Amore e Denaro nel 2019


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