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sabato 17 novembre 2018

Trovata la Bibbia più vecchia del Mondo

In questi anni di miscredenza e ateismo diffuso, proprio da Gerusalemme giunge una notizia di certo non confortante: secondo il team di studiosi del professor White Walter è stata ritrovata la Bibbia più antica del mondo, il primo esemplare di testo sacro che parlerebbe chiaro e tondo:   Gesù non è mai esistito.


 “Gesù non è mai esistito”

 In questi anni di miscredenza e ateismo diffuso, proprio da Gerusalemme giunge una notizia di certo non confortante: secondo il team di studiosi del professor White Walter è stata ritrovata la Bibbia più antica del mondo, il primo esemplare di testo sacro che parlerebbe chiaro e tondo:
 Gesù non è mai esistito.

“Abbiamo effettuato l’esame del carbon-fossile sul testo. Si tratta di un esame specifico per constatare l’antichità del materiale e i segni che si è procurato durante il passare degli anni. Ovviamente, siamo sicuri si tratti della prima Bibbia mai scritta, quella che insomma, sarebbe stata dettata dalla bocca del Signore ai profeti. Ebbene, in questo libro, manca proprio la parte del nuovo Testamento come la conosciamo noi oggi. Si parla, invece, di un profeta di nome Alvaro, ancora sconosciuto il suo cognome, o come al tempo si diceva, secondo me. Tale Alvaro, sarebbe stato l’iniziatore del cristianesimo, giunto a noi con questo nome per via del tessuto “cristallino”, sempre pulito e come perfetto, indossato dal profeta. Ci troviamo di fronte al più grande errore della storia. Sembra incredibile, eppure è già tutto verificato. Ora stiamo analizzando le pagine a venire, ma secondo il testo, il profeta Alvaro sarebbe stato assunto in cielo senza esser morto, un po’ come pare sia accaduto per Maria, la madre del Cristo. Più che di una persona realmente esistita, abbiamo a che fare con una presenza spirituale, divina, una sorta di fantasma, mandato dall’Alto per cambiare il mondo. In effetti, stando a quanto racconta questa Bibbia, gli autori sarebbero stati portati a scrivere non di un personaggio reale, bensì di una presenza, come dire, virtuale, immateriale. Facciamo attenzione, quindi, le nostre certezze potrebbero essere ben presto spazzate via”.


Ritrovata in Egitto una Bibbia che parla chiaro sulla vita di Gesù. Dopo anni di lavoro per la traduzione da una strana lingua africana, adesso arriva la conferma: nel testo sacro riscoperto, infatti, Gesù non sarebbe né stato crocifisso né sarebbe stato “scapolo”, ma anzi, sarebbe morto di vecchiaia oltre i 60 anni e avrebbe avuto tre figli.


Gesù non è stato crocifisso ed aveva 3 figli 

Ritrovata in Egitto una Bibbia che parla chiaro sulla vita di Gesù. Dopo anni di lavoro per la traduzione da una strana lingua africana, adesso arriva la conferma: nel testo sacro riscoperto, infatti, Gesù non sarebbe né stato crocifisso né sarebbe stato “scapolo”, ma anzi, sarebbe morto di vecchiaia oltre i 60 anni e avrebbe avuto tre figli.

Così parla lo studioso Ettore Tagliafera, da sempre esperto di cultura mediorientale e storia della religione. Il team, capitanato dal Tagliafera, ha portato a termine la straordinaria traduzione di un testo che pareva impossibile decifrare, ma stamattina, invece, è giunta la straordinaria verità. Ovviamente potrete immaginare che una simile rivelazione ha aperto un vero e proprio terremoto nel mondo della Chiesa, situazione che si aggrava ancor di più se pensiamo
che molti testi devono essere ancora tradotti.

Come spiega il dottor Tagliafera: “In codicologia, un indizio fa un caso, ma due, o addirittura tre fanno una prova certa. La cosa che possiamo dire con certezza è che siamo di fronte a un punto di svolta, e non possiamo, ora più che mai temere il cambiamento della nostra storia. Stiamo ultimando anche le traduzioni di altri testi ritrovati, la situazione ci pare davvero incredibile, non ho paura di dire che questo mio e nostro lavoro cambierà la storia dell’umanità”.

Gesù morto di vecchiaia all’età di 62 anni e sposato con una donna della Galilea, tale Anna Defathami, e con tre figli messi al mondo. La storia e il mistero si infittiscono sempre di più, la religione è sempre stata una branca piena di misteri e di verità incomprese.



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martedì 23 ottobre 2018

Gioconda, il dettaglio che era sfuggito

potrebbe svelare il mistero di Monna Lisa

 potrebbe svelare il mistero di Monna Lisa

Un dettaglio della Gioconda, il più famoso quadro di Leonardo Da Vinci, potrebbe svelare l'identità della misteriosa Monna Lisa. Il particolare era da sempre sfuggito e riguarderebbe lo sfondo alle spalle della protagonista.

Uno studio contenuto nel volume dello studioso dell'arte Luca Tomio spiega a 500 anni di distanza dalla morte del genio che all'età di 21 anni Leonardo non si trovava in Toscana come si è fin qui ritenuto, ma in Umbria, dove disegnava paesaggi francescani tra Terni e Rieti. La scoperta è stata possibile grazie a un'analisi geomorfologica di alcuni disegni.
Con lo stesso metodo si è giunti a ritenere che
dietro Monna Lisa il paesaggio non è toscano, ma è tipico delle Prealpi lombarde.

«Grazie a riscontri topografici e geografici – spiega Luca Tomio – a destra, la Valle dell’Adda ripresa a volo d'uccello dalla Forra di Paderno fino alla confluenza nel Lago di Lecco, e a sinistra, le formazioni calcaree tipiche dei monti lecchesi, con in primo piano il Resegone e in evidenza il Pizzo d'Erna e il Canalone della Rovinata». A conferma della tesi, anche elementi emersi dall'analisi della copia del dipinto conservata al Pardo.
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mercoledì 22 agosto 2018

Svelato il mistero della Gioconda



ecco chi è la donna dipinta  Svelati alcuni misteri sul dipinto della Gioconda:   ecco chi è davvero la donna raffigurata   e dove si trovano i paesaggi che fanno da sfondo

Ecco chi è la donna dipinta
Svelati alcuni misteri sul dipinto della Gioconda:
 ecco chi è davvero la donna raffigurata
e dove si trovano i paesaggi che fanno da sfondo

Bella come non mai, celebre in tutto il mondo, ammirata dai più grandi storici d’arte: la Gioconda o Monna Lisa, è una di quelle opere d’arte intorno alla quale ruotano ancora misteri e leggende.

Non si finisce mai di imparare, ma anche di “scoprire” ed è quello che è accaduto al dipinto di Leonardo da Vinci. In soli 73×53 cm, uno dei quadri più discussi della storia, ha ancora molto da raccontare e da celare. Mai un’espressione come “sono i dettagli a fare la differenza”, fu più appropriata a questo caso: nella letteratura, il personaggio di fantasia Skerlock Holmes risolveva enigmi e delitti analizzando quei dettagli che nessuno notava.

Cosa c’entra dunque la Monna Lisa? Luca Tomio, uno storico d’arte, ha dedicato gran parte dei suoi studi all’attività e alle opere del pittore da Vinci, esecutore della Gioconda. Fino ad ora, si riteneva che i paesaggi che fanno da sfondo al ritratto della donna, fossero toscani, ma ulteriori approfondimenti hanno smentito queste ipotesi. Dietro il ritratto della Gioconda ci sarebbero invece panorami montagnosi, fluviali e lacustri tipici delle Prealpi lombarde. “Grazie a riscontri topografici e geografici – spiega Luca Tomio – a destra, la Valle dell’Adda ripresa a volo d’uccello dalla Forra di Paderno fino alla confluenza nel Lago di Lecco, e a sinistra, le formazioni calcaree tipiche dei monti lecchesi, con in primo piano il Resegone e in evidenza il Pizzo d’Erna e il Canalone della Rovinata”.

A confermarlo, ci sono ulteriori elementi emersi dall’analisi della copia del dipinto di Leonardo, conservata a Prado e realizzata dal suo allievo, quasi identica all’originale. Questi “dettagli”, permettono di datare l’opera della Gioconda tra la fine del 1511 e gli inizi del 1512: “Il primo dato – continua Luca Tomio – è che lo stile con cui è dipinto il Resegone è compatibile con i disegni di Leonardo delle Grigne e dello stesso Resegone realizzati nell’estate del 1511, a scopo militare. Il secondo è che l’allievo copista ha seguito passo passo quanto faceva il maestro, e visto che lo stile riconduce a quello di Francesco Melzi, questi elementi fanno convergere l’esecuzione delle due Monna Lisa, quella del Louvre e la copia del Prado, al soggiorno di Leonardo e del suo allievo nella Villa Melzi di Vaprio d’Adda, a partire dal dicembre 1511”.

Verrebbe dunque spontaneo chiedersi: ma chi è la Monna Lisa? Secondo molti studiosi, la figura ritratta nel dipinto di Leonardo da Vinci è Lisa Gherardini, moglie del ricco mercante fiorentino Francesco del Giocondo che ne avrebbe commissionato il ritratto. Alla luce di queste nuove importanti scoperte però, Luca Tomio afferma che si tratterebbe invece di Isabella d’Aragona Sforza, madre di Francesco Maria Sforza ed erede del Ducato di Milano che però morì cadendo dal cavallo, mentre tutti attendevano il suo ritorno dalla Francia. “Isabella, – spiega Luca Tomio -, portava il velo a lutto dalla morte del duca e consorte Gian Galeazzo Maria nel 1494. E non certo a caso, quando Paolo Lomazzo vide il dipinto della Monna Lisa, a Fontainebleau, la definì la Monna Lisa napoletana (Isabella d’Aragona era nipote del re di Napoli)”.



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mercoledì 1 agosto 2018

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giovedì 19 luglio 2018

Sindone, le macchie di sangue false

Sindone e le macchie di sangue false.


La Chiesa torinese, guidata da monsignor Cesare Nosiglia, si affida alle parole dello scienziato Pierluigi Baima Bollone, presidente onorario del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino, l’unica istituzione ufficiale per lo studio della Sindone: “È un lavoro che lascia il tempo che trova”. in Vaticano la replica è affidata alla sindonologa Emanuela Marinelli: "Basta pagare e le ricerche si fanno. E si trova pure chi te le pubblica. È innegabile che dietro ad alcune di esse si nascondono gruppi che vogliono far credere che la Sindone sia un falso storico"




Sindone, studio choc: le macchie di sangue sono false?

In Vaticano e nell’arcidiocesi di Torino c’è grande irritazione per i risultati di una ricerca di medicina forense che affermano che metà delle macchie di sangue presenti sulla Sindone sono false. La Chiesa torinese, guidata da monsignor Cesare Nosiglia, si affida alle parole dello scienziato Pierluigi Baima Bollone, presidente onorario del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino, l’unica istituzione ufficiale per lo studio della Sindone. “È un lavoro che lascia il tempo che trova”,
è il secco commento di Baima Bollone.
Lo scienziato è anche medico e professore ordinario di medicina legale all’Università di Torino.

La ricerca, pubblicata sul Journal of Forensic Sciences, è stata realizzata da Matteo Borrini, dell’Università di Liverpool, e Luigi Garlaschelli, del Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze. “La rivista – spiega Baima Bollone , – è il meglio che c’è in medicina legale. Sui due autori bisogna innanzitutto precisare che Borrini è un antropologo e Garlaschelli un chimico. Tanto di cappello a tutti e due, ma Garlaschelli è conosciuto da tempo come una persona contraria all’autenticità della Sindone”.

Baima Bollone si sofferma sul metodo utilizzato per questa ricerca. “Ho letto – afferma lo scienziato – il lavoro che è stato presentato e si basa su un sistema chiamato BPA, molto criticato a livello scientifico. In cosa consiste? Dall’aspetto delle macchie di sangue si desume come sono state procurate con risultati molte volte discutibili. Questo metodo in molti casi giudiziari in cui è stato utilizzato ha creato non pochi problemi ed è stato sconfessato. Sono anche molto stupito del fatto che lo studio sulla Sindone è stato realizzato utilizzando una fotografia antecedente ai lavori del 2002, quando sono state rimosse le toppe cucite per coprire le lacune carbonizzate in seguito all’incendio del 1534 a Chambéry dove il telo era conservato. Se non sbaglio la fotografia dovrebbe essere addirittura del 1931. Quello presentato – precisa ancora lo scienziato – è un lavoro che fa parte di una serie più ampia perché è stata pubblicata solo la parte che riguarda gli arti superiori”.

Non è la prima volta che Baima Bollone e Garlaschelli si trovano agli antipodi. Era già successo con il sangue di San Gennaro, il cui studio fu affidato dall’arcidiocesi di Napoli allo scienziato nel 1988. Baima Bollone confermò la presenza di emoglobina nella teca contenente il sangue attribuito al patrono dei napoletani e affermò che la sua liquefazione è scientificamente inspiegabile, così come lo è la sua ricoagulazione. Ma pochi anni dopo Garlaschelli contestò i risultati di quella ricerca. “È fatto così – commenta Baima Bollone parlando del suo storico rivale -, fa sempre lavori contro. Lui prima parte dalla sua idea contraria e poi cerca di dimostrarla.
Ma è una persona stimabile e gli voglio bene perché è una persona seria”.

Se l’arcidiocesi di Torino si affida a Baima Bollone, in Vaticano la replica è affidata alla sindonologa Emanuela Marinelli. “Di scientifico – afferma su Vatican News, il portale ufficiale della Santa Sede – non c’è nulla. A chi sembra un criterio scientifico prendere un manichino di quelli che si usano per i vestiti delle vetrine dei negozi e con una spugna imbevuta di sangue artificiale fissata su un pezzo di legno premere sul lato destro del fantoccio per vedere dove cadono i rivoli di sangue? Questa roba non ha il rigore di altre indagini come quelle realizzate ormai quarant’anni fa su cadaveri di uomini morti per emopericardio, posizionati in verticale e punti con un bisturi fra la quinta e la sesta costola, come fece la lancia del soldato romano.
Prove che ebbero risultati diversi da quelli di Borrini e Garlaschelli”.

Per la Marinelli il motivo di questo lavoro è semplice: “Basta pagare e le ricerche si fanno. E si trova pure chi te le pubblica. È innegabile che dietro ad alcune di esse si nascondono gruppi che vogliono far credere che la Sindone sia un falso storico. Un esempio per tutti: esiste un bel documentario che si chiama ‘La notte della Sindone’. Bene, questo documentario non è stato mai trasmesso dalla Rai perché contiene un’affermazione che forse a qualcuno non piace. E questa affermazione è rappresentata da una lettera su carta intestata della Curia di Torino che il cardinale Anastasio Ballestrero, all’epoca custode della Sindone, inviò al suo consulente scientifico, l’ingegner Luigi Gonella, con la quale sosteneva con decisione che nella faccenda della datazione del carbonio 14 c’era stato lo zampino della massoneria
che voleva a tutti i costi dimostrare che la Sindone fosse di epoca medievale”.

Papa Francesco, nel 2015, pregando davanti alla Sindone durante la sua visita a Torino era stato chiaro sulla posizione da sempre espressa dalla Chiesa. “La Sindone – aveva affermato Bergoglio – attira verso il volto e il corpo martoriato di Gesù e, nello stesso tempo, spinge verso il volto di ogni persona sofferente e ingiustamente perseguitata. Ci spinge nella stessa direzione del dono di amore di Gesù”. E ancora prima, nel 2013, pochi giorni dopo la sua elezione al pontificato, il Papa si era domandato “perché l’uomo della Sindone ci invita a contemplare Gesù di Nazaret. Questa immagine, impressa nel telo, parla al nostro cuore e ci spinge a salire il monte del Calvario, a guardare al legno della croce, a immergerci nel silenzio eloquente dell’amore. Lasciamoci dunque raggiungere da questo sguardo, che non cerca i nostri occhi ma il nostro cuore. Ascoltiamo ciò che vuole dirci, nel silenzio, oltrepassando la stessa morte”. La dimostrazione più eloquente che, come affermava il cardinale Giacomo Biffi, “per un cattolico, scoprire che la Sindone sia falsa non cambia nulla.
Tutto cambia, invece, per un ateo”.

LEGGI ANCHE
La scienza torna sulla Sacra Sindone. Una nuovo studio condotta da Matteo Borrini dell’Università di Liverpool e Luigi Garlaschelli del Cicap, ha messo in luce alcune incompatibilità. Almeno la metà delle macchie di sangue presenti sarebbe ingiustificabile considerando la posizione del...
http://cipiri7.blogspot.com/2018/07/sindone-la-scienza-conferma-e-un.html

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giovedì 12 luglio 2018

Giappone: impiccati i membri della setta Aum Shinrikyo

Giappone, impiccati leader e altri sei membri della setta Aum Shinrikyo


“Non sono un atto di giustizia“. Così Amnesty International ha commentato le esecuzioni di Chizuo Matsumoto e di altri sei membri della setta Aum Shinrikyo, 
avvenute all’alba del 6 luglio in Giappone.

In tutto, sono 13 i membri della setta condannati a morte per l’attentato del 1995 col gas sarin nella metropolitana di Tokio, che causò 13 morti e ferì migliaia di altri passeggeri, 
e per altre attività illegali del gruppo.

“Queste sette esecuzioni sono senza precedenti nella storia recente del Giappone. Gli attacchi di Aum Shinrikyo furono orribili e i responsabili meritavano di essere puniti, ma la pena di morte non è mai la soluzione“, ha commentato Hiroka Shoji, ricercatore di Amnesty International sull’Asia orientale.

“La giustizia significa accertare e punire le responsabilità ma anche rispettare i diritti umani di tutti. La pena di morte è l’estrema negazione di tali diritti“, ha aggiunto Hiroka Shoji.

Oltre al “guru” della setta Chizuo Matsumoto, sono stati impiccati in varie prigioni del Giappone Tomomasa Nakagawa, Tomomitsu Niimi, Kiyohide Hayakawa, Yoshihiro Inoue, Seiichi Endo e Masami Tsuchiya. Alcune delle condanne sono state eseguite nonostante fossero stati presentati appelli per un nuovo processo.


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venerdì 13 aprile 2018

L’Intelligenza Artificiale che Dipinge come un vero Artista


Questi dipinti generati automaticamente da un computer 
non hanno niente da invidiare a un Picasso, 
Modigliani o Monet. Se i robot sanno creare arte, cosa ci resta?

Sempre più si parla di Intelligenza Artificiale come di una rivoluzione che abbraccerà tutti i campi delle attività umane. A intervalli regolari, poi, si riaffaccia il consueto allarme dei robot che ci ruberanno il lavoro. Avrete anche sentito che gli ultimi bastioni dell’eccezionalità umana saranno probabilmente creatività e giudizio artistico. E se invece il prossimo grande scossone fosse proprio opera delle macchine in grado di creare capolavori d’arte?


In effetti un software di Intelligenza Artificiale che genera splendidi dipinti originali è stato sviluppato e ha già trovato largo uso tra studiosi d’arte, artisti e programmatori. 
L’algoritmo noto come GAN (rete generativa avversaria) consiste in due reti neurali che interagiscono tra loro per migliorare i risultati. Una crea, l’altra la giudica e l’algoritmo va avanti fino al raggiungimento del risultato desiderato. L’AI è addestrata su 81.500 dipinti per capire la differenza tra quelle che l’uomo considera opere d’arte e quelle che sono solo immagini, ma le viene insegnato anche a riconoscere diversi stili, come cubismo, rococò, astrattismo... Oltre alla pittura, sta imparando anche a comporre musica.


Alcuni dipinti sono anche stati esposti in gallerie d’arte, a partire da The Painting Fool, progetto di creatività computazionale fondato da Simon Colton nell’ormai lontano 2001.

L’arte creata dalle reti neurali è ormai diventata un campo a sé stante, fatta di algoritmi di addestramento per emulare volti, paesaggi, nature morte e persino nudi. Prendiamo Mario Klingemann, che ha costruito un generatore di volti fotorealistici basato sull’algoritmo pix2pixHD di NVIDIA e ha “allenato” il computer su migliaia di dipinti di artisti prevalentemente europei del 1900. Il risultato è straordinario: non c’è quasi differenza tra il dipinto dell’AI e l’olio su tela di un famoso pittore.

Si può ancora definire arte?
Sembra improbabile che qualsiasi computer possa autonomamente creare opere d’arte che susciti sentimento o risonanza. Come si può essere creativi senza aver vissuto davvero?

Una stampa prodotta in serie della Gioconda di Leonardo vale meno del dipinto originale e il motivo risiede nell’unicità dell’opera: esiste soltanto un originale. Ma l’intelligenza art-ificiale è in grado di creare altre 1.000 opere d’arte uniche a ogni tocco del tasto Invio.

Questa situazione ci porrà davanti a un mare di dubbi. Chi pagherà per acquistare opere che non sono frutto di sforzi umani? Qual è il valore dell’opera d’arte generata dall’AI? L’automazione è già sulla buona strada per cambiare il mondo del lavoro di tassisti, commessi, camerieri, giornalisti... Perché, allora, artisti e musicisti dovrebbero essere esentati da questo processo? Nasceranno associazioni e verranno fatte leggi per regolamentare il tutto o, semplicemente, attribuiremo sempre più valore all’arte prodotta dall’uomo piuttosto che dalla macchina? Probabilmente lo scopriremo quando non sapranno chi chiamare sul palco per conferire l’ArtPrize.





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mercoledì 14 marzo 2018

Giorno del Pi Greco π



Oggi è la festa della costante matematica utilizzata per calcolare l’area del cerchio (e per molte altre cose): se avete capito perché il Giorno del Pi greco cade il 14 marzo è già qualcosa.
Oggi si festeggia in tutto il mondo il trentesimo Giorno del Pi greco – o Pi Day, in inglese: è la festa della costante matematica pi greco (π), che molti di voi assoceranno al calcolo dell’area del cerchio (A = πr²), ma che in realtà è molto di più: trova applicazione nella relatività generale di Albert Einstein, nel calcolo della probabilità, nell’elettromagnetismo, nella meccanica quantistica. Tecnicamente, è il rapporto tra la lunghezza della circonferenza
di un cerchio e quella del suo diametro.

Il Giorno del Pi greco nacque negli Stati Uniti il 14 marzo del 1988: l’iniziativa fu portata dal fisico Larry Shaw al museo scientifico Exploratorium di San Francisco. Fu scelto proprio questo giorno (che tra l’altro è lo stesso giorno in cui nacque Einstein, e diventerà noto anche come il giorno in cui morì Stephen Hawking) perché il formato delle date negli Stati Uniti è mese/giorno: il 14 marzo diventa 3/14, cioè le prime tre cifre della costante. Se volete arrivare a sei cifre dovrete aspettare le ore 15 e 9 minuti di oggi pomeriggio (1, 5 e 9 sono la quarta, la quinta e la sesta cifra); saranno comunque meno delle dieci cifre raggiunte il 14 marzo 2015: alle ore 9 e 26 minuti e 53 secondi, mettendo in successione la data e l’orario si ottenevano le prime 10 cifre del pi greco. La prossima volta che succederà una cosa del genere sarà l’anno 2115.

Essendo un numero decimale illimitato e non periodico, il pi greco è composto da infinite cifre che – al contrario dei numeri periodici – non si ripetono secondo un pattern finito. Le prime cento sono:

3,14159 26535 89793 23846 26433 83279 50288 41971 69399 37510 58209 74944 59230 78164 06286 20899 86280 34825 34211 70679

Non potremo mai saperle tutte, ma possiamo calcolarne tantissime, sempre più in fretta: ci stiamo provando da migliaia di anni, e oggi ne conosciamo più di mille miliardi. Per dire, alla NASA bastano quindici cifre per i calcoli dei viaggi interplanetari.

La storia del Pi Greco

La prima edizione del Giorno del Pi greco prevedeva il marciare in cerchio intorno all’Exploratorium di San Francisco e il preparare torte (per la somiglianza tra le parole “pie”, torta, e “pi”). 

Nel 2009, il Congresso degli Stati Uniti passò una risoluzione non vincolante in cui riconosceva il Pi Day e invitava gli insegnanti di tutto il paese a celebrarlo con iniziative didattiche. Una delle attività che vengono praticate è quella di cercare di imparare più numeri possibile dopo la virgola; potete iniziare dalle prime 100.000, con calma.


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lunedì 1 gennaio 2018

Previsioni nel 2018






Tutto dipende dalle congiunzioni astrali! 


Di che segno sei ?

Cosa fare (e come): segno per segno guida allo zodiaco dell'eros tra predilezioni, 
tentazioni ed errori da non commettere mai.
L'eros segno per segno. L'ariete ama il petting, il leone predilige il ménage à trois, la vergine ha bisogno di una soundtrack, con l'acquario vade retro volgarità. Per raggiungere l'orgasmo ecco che 
vengono in aiuto (anche) le stelle a consigliare come comportarsi con il partner nell'intimità. Cosa non fare a letto e come eccitarlo, su cosa optare tra le lenzuola (o senza) quando scoprite con che 
segno avete a che fare. Eccovi una guida pratica che potrebbe aiutarvi.



Il dominio di Marte, rende questo segno molto sensibile e reattivo agli stimoli erotici, così l’orgasmo rischia di essere raggiunto troppo velocemente. Eppure il segno non disdegna ogni forma di 
petting, anche perché è generoso e si preoccupa della soddisfazione del partner.
Cosa non fare: evitate di far pesare che siate voi a condurre il gioco. Lasciate che sia l’Ariete a farlo, o a credere di poterlo fare. 
Come eccitarlo: ama essere provocato e sfidato dalla trasgressione in ogni forma
 purché intensa...continua a leggere



Benvenuti nel segno che incarna il piacere della materia, e ovviamente il sesso non fa eccezione. Il Toro adora amoreggiare in modo classico, comodo, possibilmente in un luogo che lo metta a suo 
agio e che lo faccia stare tranquillo. Ha poi bisogno di calma e di concentrazione per dare libero sfogo alla sua passionalità.
Cosa non fare: durante l’amplesso meglio non dargli l’impressione di essere distratti o poco coinvolti, non lo sopporterebbe. È molto geloso. 
Come eccitarlo: lasciandogli spesso l’iniziativa e mettendolo 
sempre a suo agio... continua a leggere 




Il sesso, come ogni altra attività, da queste parti viene vissuto come qualcosa da respirare anche a livello mentale, senza mai trascurare la componente cerebrale. Perché pure l’amplesso è una 
sorta di scoperta, un’avventura. Fondamentale, per questo segno, percepire la sessualità come stimolo alla curiosità. 
Cosa non fare: non date l’impressione di vivere il vostro incontro come qualcosa di scontato, che non lasci alcuno spazio alla fantasia e all’immaginazione. Perché è un segno che ha bisogno di 
andare lontano con il pensiero. 
Come eccitarlo: alimentate ogni tipo di fantasia erotica ma in modo sempre
 intelligente e intrigante...continua a leggere  




Inguaribili romantici, i nati di questo segno vivono il sesso come una naturale estensione del sentimento che, tuttavia, sanno cogliere in modo estremamente caldo e passionale. Trattateli con 
delicatezza, in modo gentile e estremamente affettuoso, perché loro hanno un disperato bisogno di sentirsi amati e desiderati. 
Cosa non fare: tutto (o quasi) è concesso purché si rispetti la loro privacy, qualcosa per cui non ammettono deroghe o eccezioni.
Come eccitarlo: le cose mai messe troppo in mostra lo intrigano e lo stuzzicano, 
evitate di ostentare... continua a leggere 



Il Leone ha sempre bisogno di sentirsi il vero protagonista di ogni situazione, e la camera da letto non fa eccezione. Non si tratta di egoismo o di disinteresse verso il partner (al quale dedicherà 
invece molta attenzione), solo avrà bisogno di collocarsi al centro dell’attenzione, di essere il vero oggetto del desiderio. 
Cosa non fare: non fategli mai credere che l’accoppiamento sia per voi qualcosa di scontato o abitudinario, invece ogni volta inventate qualcosa di speciale lasciandolo, però, 
sempre al centro del gioco.
Come eccitarlo: si dice che una sua fantasia erotica ricorrente sia farlo a tre, ma guai a sfidare la sua possessività. Deve decidere lui...continua a leggere 




Il nome del segno evoca, già in partenza, un rapporto non sempre facile e lineare con la sessualità. Perché nella Vergine è sempre presente una forma di pudore atavico, qualcosa che esige 
comunque misura, buon gusto e un’igiene quasi maniacale. Non trascurate la sua vera e propria avversione per le secrezioni corporali.  
Cosa non fare: non imponetegli di fare o di non fare ciò che desidera. La Vergine ha bisogno di esplorare il corpo del partner per dare forma al piacere. 
Come eccitarlo: la Vergine si sente a suo agio in un ambiente pulito, possibilmente profumato, con musica in sottofondo e non troppa luce...  continua a leggere




Ogni cosa è piacere, è divertimento, è stupore. La Bilancia, però, tende a dare la precedenza ad altre componenti della sessualità come ad esempio la stabilità delle relazioni e lo stimolo che da, 
esse, ne riceve. La seduzione non deve necessariamente portare all’atto fisico ma può essere semplicemente una preziosa conferma. 
Cosa non fare: alla larga da tutte le cose o dai comportamenti dozzinali. Ben vengano invece le cose raffinate, i profumi ricercati, un modo di fare leggero e mai eccessivo. 
Come eccitarlo: intrigate la Bilancia con un modo di fare che sia brillante, intelligente e elegante. Il segno da moltissima importanza ai dettagli estetici...continua a leggere  





Benvenuti nel regno del segno più sexy che ci sia. Perché lo Scorpione vive la sessualità come forma irrinunciabile dell’essere, e lo testimonia la forza intensa e seducente che esprime in ogni 
istante, il gusto dark per le cose torbide, per il tradimento e l’intrigo. Costante la fantasia erotica che lo rende un partner speciale. 
Cosa non fare: cercate di non dirgli troppe volte di no. Il suo impulso sessuale ha, infatti, bisogno di esprimersi liberamente e non sopporta proprio i rifiuti.  
Come eccitarlo: maliziosamente, lasciategli credere che non ha capito qualcosa, che gli state nascondendo una verità. Tenetelo acceso con la curiosità...continua a leggere 




Da buon segno di fuoco, non mancano in lui la giusta dose di passione e di calore. Tende a sedurre con una certa facilità grazie alla sua apertura e al suo modo amichevole e cordiale di 
comportarsi. Ma guai a pretendere tutto e subito da lui, perché il Sagittario ama, sopra ogni cosa, la leggerezza della libertà.  
Cosa non fare: la sua grande carica erotica si dice lo porti ad essere un segno facilmente conducibile all’orgasmo. Così non amerà chi ci rinuncia o tarda eccessivamente.   
Come eccitarlo: ha bisogno di essere provocato in maniera molto esplicita per poter accendere la scintilla che non si spegne mai in lui... continua a leggere 





Lento e avveduto, il Capricorno non sempre è un segno facile e veloce nell’approcciare la sessualità. Il suo è un modo di muoversi che ci va piano, avendo bisogno di capire che la persona che ha 
davanti faccia al suo caso. Poi però dimostrerà di possedere l’esaltazione di Marte dando prova di una intensità erotica davvero notevole. 
Cosa non fare: evitate di inondarlo di emoticon, di messaggi a effetto, di frasi strappacuore copiate magari da qualche sito. Lui non ama le cose che esagerano per dolcezza, perché si sentirebbe 
goffo e incapace di comportarsi in modo adeguato.     
Come eccitarlo: lui non ha bisogno di cose troppo originali o inaspettate. Ben venga una situazione di grande tranquillità e comodità, perché lui ha già scelto... continua a leggere




Si dice che questo sia il segno meno interessato al sesso e dintorni. In parte è vero, ma attenzione a non scambiare il suo disinteresse verso le cose troppo materiali per inappetenza sessuale. 
Adora la componente mentale del rapporto, quella fatta di giochi, di preliminari e di seduzione leggera. Ha bisogno di entrare in punta di piedi nel vostro letto.
Cosa non fare: alla larga dalle passioni più volgari e scontate come la gelosia senza senso o ogni forma di possessività, tutte energie che si porrebbero subito in conflitto 
con il suo amore per la libertà.     
Come eccitarlo: seducetelo con tecniche e preliminari sempre leggeri, sussurrati, accennati. Lasciate che si accenda un po’ per volta... continua a leggere





Questo è il segno per cui tutto può essere divertente e eccitante purché abbia un senso. La sua componente d’acqua li rende sicuramente ottimi e intensissimi amanti, capaci di grandi cose. La loro 
infallibile intuizione saprà sempre soddisfare il partner dandogli ciò di cui ha bisogno, soprattutto durante l’amplesso. 
Cosa non fare: non imponetegli di decidere o di prendere l’iniziativa. Fate invece in modo che i Pesci arrivino, senza quasi accorgersene, all’intimità. In questo modo non avranno accumulato 
tensione e sapranno dare il massimo.      
Come eccitarlo: facendogli sentire la vostra presenza e coprendolo di attenzioni senza però schiacciarlo. Non fategli mancare mai la musica... continua a leggere 





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