La nozione di uomo bestiale in Leonardo
tra fisiognomica e ricerca de animalibus.
(D. Laurenza)
Appiattita su Vesalio, la ricerca anatomica di Leonardo ha suscitato nella recente storiografia scientifica più delusioni che sorprese, inducendo un generale calo di interesse. Non è questa la prospettiva giusta. Una esatta comprensione dell'anatomia vinciana non può che passare attraverso la sua connessione con il profilo alto, teorico di ricerca anatomo-biologica come filosofia naturale propria della medicina scolastica. La fisiognomica è un campo ideale per verificare questo assunto. Prima delle sue ricadute in campo artistico, essa è infatti parte integrante della ricerca antomica di Leonardo. E' quanto mai evidente in questo campo la connessione con la fisiognomica 'naturale', fondata cioé su leggi fisiologiche, elaborata tra XII e XIII secolo da autori come Michele Scoto e Alberto Magno. Numerosi disegni-studi di fisiognomica accompagnano perciò i tempi e i temi di una ricerca sul corpo umano inteso come 'corpo animato'. Il soggetto dell'anatomia leonardesca così intesa è, oltre il corpo, l' 'anima organica' che lo abita con una connessione forte tra biologia e psicologia di cui la fisiognomica è un aspetto. Posto l'accento sulla 'natura organica' dell'anima umana ne consegue una forte tendenza a studiare l'uomo nella sua natura animale. La ricerca anatomica leonardesca è, a differenza di quella vesaliana, fortemente improntata, sia pure ovviamente con ampi margini di originalità e sviluppo, ai modi della ricerca aristotelica e scolastica de animalibus . La fisiognomica zoologica rientra appieno in questo orizzonte di ricerca. Tutto questo deve molto alla fisiognomica scolastica. Tuttavia rispetto ad una particolare tendenza di quest'ultima, recentemente rilevata negli studi, a distinguere la specificità umana rispetto al mondo animale e quindi a rifiutare il metodo zoologico, in Leonardo si assiste ad una convinta asserzione della validità scientifica dell'analogia fisiognomica zoologica strettamente connessa alla sua ricerca sull'uomo in termini de animalibus . Ricercare le premesse medievali di questa impostazione (specie nel secolo XIV) equivale a ricostruire l'origine di una tradizione di studi strettamente aristotelica che continua a dare frutti interessantissimi ancora in pieno secolo XVI. E' parte integrante di questa concezione la nozione, molto ricorrente nell'opera leonardesca, di 'uomini bestiali'. L'uomo può trasformarsi in bestia perchè la sua anatomia e la sua anima organica sono consustanziali a quelle degli altri animali terrestri. Questa potenziale metamorfosi viene studiata da Leonardo essenzialmente a due livelli: passioni dell'anima e capacità sensitivo-intellettive. Di entrambi questi aspetti psicologici viene data una lettura psicosomatica, anatomica in cui la fisiognomica è un fondamentale trait-d'union e di cui la sua arte è l'espressione più piena. Anche buona parte della meccanica leonardesca, dagli studi sul volo umano a quelli sulle macchine natanti e subaquee, rientrano in una dimenzione zoologica e analogica .
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